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Taverna Dei Sanniti

ECOLOGIC FIRE

....Speranza nostra ...

svincenzo.jpg (13595 byte)

San Vincenzo in bianco e nero


Pittura su tela Ugo Martino

Cappella S. Vincenzo Ferreri

Fontana

La vita di San Vincenzo Ferreri, nostro protettore, trova la sua giusta dimensione di eccezionalità e prodigiosità se inserita nella particolare epoca in cui visse.
Egli si trovò ad operare negli anni compresi tra la fine del medio evo e gli inizi dell'umanesimo. Un periodo, questo, travagliato per le rivalità tra impero e papato, scosso dalla divisione dei cattolici, che provocò il grande scisma d'occidente con la Chiesa divisa tra papa e antipapa.
Proprio in questo contesto si inserisce l'intensa opera di predicazione e di riconciliazione realizzata da San Vincenzo e culminata nel 1416 con un grande contributo alla soluzione del grave problema dello scisma.
Egli nacque il 23 gennaio 1350 a Valenza in Spagna da don Guglielmo Ferreri e da donna Costanza Miguel. Fu chiamato Vincenzo in onore di S. Vincenzo Martire (alcune sue reliquie sono custodite in una piccola urna nella nostra Chiesa di Santa Maria Assunta) festeggiato a Valenza proprio il 22 gennaio giorno del suo martirio.
Manifestò subito una forte propensione per la preghiera e la mortificazione.
Dotato di straordinaria intelligenza, compì rapidamente e con grande profitto gli studi. A diciotto anni decise di abbracciare la vita religiosa e scelse l'ordine dei Domenicani, detti frati predicatori, per realizzare al meglio il suo ideale apostolico: predicare la parola di Dio in ogni angolo della terra.
Entrò a far parte dell'ordine il 6 febbraio 1368 e indossò l'abito che lo ritrae nelle immagini più conosciute: tonaca e scapolare bianchi, cappa e cappuccio neri.
Trascorse la sua vita passando di terra in terra, predicando nelle piazze, nelle Chiese e nei campi davanti a plebei, semplici, nobili e scienziati e ricorrendo a miracoli per convertire i peccatori, salvare dai pericoli, risuscitare i morti, comandare la natura e guarire gli ammalati.
Nel 1395 dopo la visione in sogno di Gesù Cristo accompagnato da una schiera di Angeli improntò la sua predicazione sulla dottrina che riguarda il destino umano: cioè la morte, il giudizio individuale e quello universale. Attività questa che gli guadagnò il nome di angelo dell'apocalisse.
Morì all'età di settanta anni il 5 aprile 1419 a Vannes (Francia), nella cui Cattedrale sono conservate alcune reliquie, altre furono portate a Valenza città in cui era nato.
Non si conosce con esattezza il periodo in cui S. Vincenzo Ferreri venne proclamato Patrono di Pietrabbondante.Pittura su tela Ugo Mrtino
La tradizione popolare fa risalire le origini della cappella dedicata a San Vincenzo Ferreri in località "Raguso" in un’epoca compresa tra la fine del 1600 e già gli inizio del 1700,  in quel periodo, nella zona suddetta furono costruite numerose abitazione, per cui molti allevatori di buoi si trasferirono in quei posti. Ci si accorse che un bue invece di seguire gli altri se ne stava solo,  sotto l’ombra di una quercia secolare. Fu legato ad una catena per restare insieme agli altri, ma il bue la spezzo e tornò sotto la quercia.
Il bovaro lo seguì e guardando tra i rami notò un quadro raffigurante San Vincenzo Ferreri.
Si gridò al miracolo e il quadro fu portato in solenne processione nella Chiesa madre di Pietrabbondante.
Qualche settima dopo, però, il quadro venne ritrovato di nuovo appeso ad un ramo della stessa quercia. Fu deciso allora di abbattere la quercia e costruire una piccola cappella nella quale venne posta una statua raffigurante San Vincenzo Ferreri che che però fu distrutta nel corso dell'incendio dei 1858. La testa di questa statua è conservata nella Chiesa parrocchiale. Quella che noi attualmente veneriamo è una imitazione della prima, fatta in legno di sorbo da autore ignoto, scolpita quasi certamente nella seconda metà dei secolo scorso. E’ alta 2 metri e con il basamento pesa più di due quintali. A poche decine di metri sorgeva l’abitazione degli eremiti di San Vincenzo. Questi si occupavano dei beni posseduti posseduti dalla cappella e donati dai fedeli. L’amore della nostra gente per San Vincenzo Ferreri è sconfinato, basta guardare i volti e ascoltare le voci dei pietrabbondantesi quando accompagnano la statua del Santo Protettore nella solenne processione del 4 agosto. E’ il più grande atto di devozione che cerchiamo di offrire al nostro san Vincenzo.La statua, illuminata, viene portata a spalla della cappella fino al paese seguita da numerosi fedeli che offrono al Santo la loro fatica.All’imbrunire la statua raggiunge il paese dove trova una moltitudine di gente che la accoglie tra il bagliore di tante fiaccolate. La processione dopo aver attraversato il paese giunge in Chiesa dove la statua, deposta su un piano, viene salutata da uno scrosciante applauso e dalle note del caro "San Vincenzo Speranza nostra". La seconda domenica di ottobre è usanza del paese riportare il santo patrono San Vincenzo Ferreri nell’omonima chiesa di campagna dopo due mesi trascorsi nella chiesa di Santa Maria Assunta in Pietrabbondante. E’ tradizione riportare il santo a spalla con una "processione" di "devoti" preceduta da una banda musicale. La strada percorsa è la stessa del 4 agosto.


Processione San Vincenzo  Processione San Vincenzo

LE PROCESSIONI DI UNA VOLTA

 

Fuochi pirotecnici in onore di San Vincenzo
Fuochi pirotecnici in onore di San Vincenzo ai tempi della ferrovia

Vista posteriore della cappella      Dimora del custode
Esterno della chiesetta di San Vincenzo in  località di Racuso.

Interno della capella  Interno della capella parte centrale  Interno della capella
Interno della chiesetta di San Vincenzo in  località di Racuso.

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By Claudio Di Ciocco